
13 scrittrici che dovresti leggere. Ora
“Una parola, dopo una parola, dopo una parola è potere.” Margaret Atwood
Soppresse, oppresse e messe da parte, ci sono voluti secoli perché le donne facessero sentire la loro voce, anche scritta e tutt’ora, quando si parla di letteratura al femminile, il pericolo di imbattersi in romanzi stile Liala è molto grande.
È difficile credere che questo post sul nostro magazine sia ancora necessario e desideriamo ardentemente il giorno in cui non dovremo individuare gli autori – o chiunque di qualsiasi estrazione sociale, se è per questo – per il loro genere, ma eccoci qui, usando il “pretesto” della giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
Ok, bando ai convenevoli e partiamo col proporti alcune delle più grandi scrittrici che devi leggere, se ancora non l’hai fatto.

EMILY BRONTË (1818-1848)
Non si tratta di avere una scrittrice ‘preferita’, ma piuttosto di qualcuno che ha scritto un libro che ha un significato più di un altro. Quel romanzo, per molti, è Cime tempestose di Emily Brontë, una storia di violenza e ossessione…una storia di fantasmi; oppure una celebrazione dell’atemporalità della terra e del potere della natura; oppure un attacco alle ipocrisie vittoriane su razza, sesso, matrimonio e classe.
Brontë dimostra che ciò che conta nella scrittura è l’immaginazione, non tanto l’esperienza sul campo – la capacità di raccontare una storia, di creare mondi immaginati: perché tutta questa passione è nata dalla penna di una giovane donna solitaria che raramente lasciava la sua casa, nello Yorkshire. La sua eredità letteraria è sorprendente.
MARY SHELLEY (1797-1851)
“Ehi Mary, cosa hai fatto ieri sera?”
“Non avevo granché da fare, quindi sono rimasto a casa e ho inventato la fantascienza”.
Come ogni ex adolescente gotico può dirti, Frankenstein è nato dopo una burrascosa notte a Ginevra quando Mary Shelley (figlia della filosofa altrettanto rivoluzionaria e antesignana del femminismo Mary Wollstonecraft) con suo marito, il poeta romantico Shelley, e il loro amico, molto dandy, Lord Byron, cercarono di inventare ognuno una storia dell’orrore. La Shelley ha creato così una delle opere più durature e stimolanti della narrativa: un romanzo pieno di immagini mostruose, odio di sé e problematiche legate alla figura genitoriale…Ha inventato un genere.
VIRGINIA WOOLF (1882-1941)
La Woolf è uno dei nostri scrittori preferiti forse non tanto per dove ci porta in termini di storia, ma per dove ci porta con il suo linguaggio. Ci interessa solo vagamente se i Ramsay arriveranno al faro, o cosa darà da mangiare a cena ai suoi ospiti Clarissa Dalloway, o il destino di Orlando come donna…Piuttosto, è la ricchezza della parola della Woolf che rapisce: le immagini perfette dedicate a minuzie come la luce, il vetro, l’acqua; l’ombra della morte che fa risplendere tutti i suoi personaggi in una luce celestiale; anche se solo brevemente. Un’abilità senza pari, una scrittura impressionante, una scrittrice che devi leggere.

AGATHA CHRISTIE (1890-1976)
Vendendo “solo” 3 miliardi di copie, la Christie rimane insieme al bardo il romanziere più venduto al mondo. Conosciuta per i suoi personaggi come Miss Marple e Hercule Poirot, i suoi libri rimangono, col passare del tempo, allegri, ottimamente scritti e, anche se spesso la Christie “bara” col lettore, è impossibile non amare la sua fervida immaginazione dove le vite ritratte sono spesso miserevoli.
ANAIS NIN (1903-1977)
Pornografa, femminista, genio: la scrittrice francese Anaïs Nin era questo e molto di più. Derisa dal jet set “illuminato” nel corso della sua vita per aver avuto la temerarietà di scrivere materiale erotico (mentre i suoi omologhi maschili Henry Miller e Gore Vidal furono inondati da un’adulazione generale), per fortuna da allora è diventata una delle icone imperdibili della narrativa. Nostro suggerimento, inizia a leggere da Il Delta di Venere.
SHIRLEY JACKSON (1916-1965)
Shirley Jackson è una scrittrice molto oscura, ma anche sorprendentemente legata agli ambienti domestici. I suoi drammi gotici della metà del secolo si svolgono in piccole città, negozi di alimentari e case con molte, troppe, stanze. Sia Abbiamo sempre vissuto nel castello che L’incubo di Hill House sono fra i migliori romanzi horror del XX secolo, a detta di un certo Stephen King che forse ha gli strumenti per dirlo.
“Nessun organismo vivente può mantenersi a lungo sano di mente in condizioni di assoluta realtà; perfino le allodole e le cavallette sognano, a detta di alcuni. Hill House, che sana non era, si ergeva sola contro le sue colline, chiusa intorno al buio; si ergeva così da ottant’anni e avrebbe potuto continuare per altri ottanta. Dentro, i muri salivano dritti, i mattoni si univano con precisione, i pavimenti erano solidi, e le porte diligentemente chiuse; il silenzio si stendeva uniforme contro il legno e la pietra di Hill House, e qualunque cosa si muovesse lì dentro, si muoveva sola.”

DONNA TARTT (NATA NEL 1963)
Donna Tartt è una scrittrice che ha all’attivo solo 3 libri, usciti a 10 anni di distanza l’uno dall’altro, eppure ha saputo crearsi un pubblico che attende in maniera spasmodica il suo prossimo lavoro: è una letteratura dalle frasi rigorose e ben congegnate; ogni parola è scelta con la massima precisione. Il nostro preferito fra i tre? Dio di illusioni.
JOYCE CAROL OATES (NATA NEL 1938)
È difficile scegliere da dove cominciare a leggere con la Oates – autrice super prolifica con all’attivo un sessantina di libri. Ma se dovessimo consigliarne uno, sarebbe Una famiglia americana, un avvincente ritratto di una famiglia perfetta lacerata dalla propria incapacità di accettare una tragica verità. O forse sarebbe Blonde, un’interpretazione romanzata della vita di un’attrice stranamente simile a Marilyn Monroe. O forse…Vabbè, ti lasciamo scegliere da solo, ma siamo certi che che la Oates è fra le scrittrici che devi leggere nell’immediato.
JOAN DIDION (NATA NEL 1934)
Chi non vorrebbe essere Joan nella sua fotografia più famosa, quella dove ti guarda da una Corvette con una sigaretta in mano? Nel 2015, la casa di moda Celine ha scelto l’ottantenne Didion come protagonista della campagna, ma questa è tutta splendida superficie. A rischio di sembrare degli hipster, la storia d’amore con Didion è nata molto prima rimanendo abbagliati dagli stati mentali di cui spesso ha scritto: isteria sinistra nel deserto, desolazione alle Hawaii, isolamento condiviso a Malibu. Tutti i suoi libri sono densi di forza, vulnerabilità e controllo.

SYLVIA PLATH (1932-1963)
“Io sarò una donna che sorride.
Non ho che trent’anni.
E come il gatto ho nove vite da morire.”
La vita e la morte di Sylvia Plath sono state analizzate e rimaneggiate nel mezzo secolo dalla sua morte. La sua eredità poetica è indiscutibile come la sua rappresentazione brutale e riconoscibile della confusione sessuale dell’epoca, della depressione a spirale che risuona tra i sessi e le generazioni, pur mantenendo il suo lavoro come punto di riferimento femminista.
ANGELA CARTER (1940-1992)
Leggere Notti al circo significa perdersi in un mondo incredibile con dentro di tutto, dalle donne-cigno alla San Pietroburgo imperiale: Angela Carter è una delle scrittrici più fantasiose e ferocemente femministe che abbiano mai raccontato una storia. Libro da non perdere è assolutamente la riscrittura delle fiabe dei Grimm La camera di sangue: oh, quale meraviglia attende il lettore inconsapevole.
ORIANA FALLACI (1929 – 2006)
“Vivere insieme a un uomo, l’uomo che si ama di più, il migliore degli uomini, è un tormento intollerabile per una donna moderna”.
Oriana Fallaci ha costruito la sua carriera su una voce distintiva, diretta e schietta. Giornalista, scrittrice e altro ancora – ha raggiunto una reputazione globale per interviste incredibili come quella del 1972 con Henry Kissinger: la Fallaci era anche consapevolmente fotogenica, alla maniera di Joan Didion, e una donna della metà del secolo estremamente attenta alla sua immagine pubblica, ma con una vita genuinamente romantica, fatta di amori tempestosi e ferite di guerra.
Al di là di alcune sue problematiche prese di posizione, libri come Un cappello pieno di ciliegie, Un uomo e Lettera a un bambino mai nato sono libri imprescindibili, che devono esser letti.
MARGARET ATWOOD (NATA NEL 1939)
Il racconto dell’ancella, trasgressivo e agghiacciante, è spesso definito come un romanzo distopico femminista, ma la Atwood ha detto in realtà di aver attinto solo a cose che stavano già accadendo, il che serve a rendere la sua narrazione più urgente e radicale. Lo stesso vale per L’ultimo degli uomini, che esplora il nostro rapporto con il pianeta attraverso la storia inquietante di Snowman, l’unico sopravvissuto a un’apocalisse. Provocatoria e giocosa, la Atwood è una romanziera che esplora grandi idee con un umorismo meravigliosamente oscuro e asciutto.
Ci sono tutte?
Certo che no. E fare questo tipo di elenco, non nominando nomi come Saffo, Alda Merini, Ursula K Le Guin, Kazuo Ishiguro, Grazia Deledda o Isabel Allende, ci ha fatto davvero piangere il cuore, ma abbiamo pensato che le autrici qui su sono di diritto fra le scelte letterarie da affrontare almeno una volta nella vita. Buona lettura!

Tamara de Lempicka
Se esiste una pittrice in grado di racchiudere in sé tutta l’art déco, questa è Tamara de Lempicka. l colori tenui e sofisticati, il fascino senza tempo delle sue donne…Il suo lavoro racconta in toto gli anni ’20: un periodo di transizione, un’era in cui il funzionalismo si fondeva con la fantasia e le strutture sociali formali barcollavano di fronte alla frenesia della modernità.