Cos’è l’ucronia: un genere narrativo sempre più presente nel nostro panorama culturale
Che mondo avremmo avuto se alcuni eventi storici non fossero avvenuti?
Un’ucronia è un “non-tempo”, dove la storia perde definitivamente ogni aspetto edificante o addirittura moralizzante e niente è più un tabù: il genere letterario chiamato ucronia è quindi la fantascienza del passato, parla di ciò che non è accaduto ma sarebbe potuto accadere.
Le crisi sociali, politiche o ecologiche, hanno interrotto il nostro rapporto con il progresso e ci incoraggiano a guardare a epoche spesso nemmeno vissute piuttosto che al futuro, così viene definita la retrotopia, il desiderio di un ritorno a un passato mitizzato. Sogniamo di tornare lì perché il futuro sembra imprevedibile e insicuro; nulla sembra più veramente acquisito o assolutamente certo. L’idea stessa di progresso è diventata sospetta: non solo il futuro non costituisce più l’ambiente naturale delle speranze e delle aspettative, ma è diventato il ricettacolo di tutti gli incubi.

Momento storico perfetto per i nazionalismi
Misuriamo quanto tutto abbia subito una accelerazione negli ultimi decenni. Alla fine del 19° secolo, un bambino aveva già tracciato il suo percorso: avrebbe intrapreso il mestiere del padre che spesso era anche quello del nonno, abitato vicino al suo luogo di nascita, spesso anche nella casa dove era nato. Era il mondo della sicurezza: e questa stabilità è stata distrutta.
Un bambino nato nel 2017 avrà la possibilità di cambiare sesso o di sposare qualcuno del suo stesso sesso, cioè potrà liberarsi da potenti determinismi biologici, culturali e sociali; potrà abbandonare la sua religione o decidere di cambiarla, di rifarsi una vita dall’altra parte del globo esercitando una professione che forse non esiste ancora nel momento in cui scriviamo queste righe.
Questi cambiamenti sorprendenti nella scala della storia umana, che il filosofo tedesco Hartmut Rosa chiama accelerazione sociale, sono disorientanti. Generano un clima di ansia molto comprensibile e l’evoluzione del capitalismo è accompagnata da un aumento dell’individualismo e della disuguaglianza. In risposta, il populismo castiga queste “ élite progressiste” che incoraggiano trasformazioni sempre più profonde nelle strutture economiche e sociali. Queste trasformazioni provocano tensioni identitarie e ritorni al nazionalismo: perché solo qui il modello di comunità tribale viene riabilitato, l’oscurantismo religioso riprende vigore, così come il discorso antiscientifico. A questa crisi intellettuale, politica e sociale si aggiunge la crisi ecologica che mette completamente in discussione il nostro modello di sviluppo economico e nessun nuovo modo di pensare può far fronte alla complessità di questi problemi. In questo clima, l’unico punto fermo a cui aggrapparsi è il passato che le retrotopie fabbricano e idealizzano, ma attenzione, perché l’Età dell’Oro non è mai esistita.
In che modo possiamo abbattere il presente e metterlo al servizio del futuro senza ricadere nelle trappole del passato? Forse, attraverso l’immaginazione che ha sempre giocato un ruolo determinante nel plasmare il futuro: una delle sue manifestazioni, l’ucronia, la storia rifatta come avrebbe potuto essere e come non è stata, appare particolarmente adatta a questo scopo.

Il potere dell’ucronia
Le storie ucroniche permettono così di andare oltre il non apprezzamento del presente esplorando il passato ed eventi particolarmente importanti: quest’ultimi, a noi che li contempliamo molto tempo dopo che la storia ha emesso il suo verdetto, sembrano ancora implacabilmente chiari. Ma la verità del presente, più viva, molto spesso si presenta in una forma più confusa di quella del passato, o talvolta anche del futuro.
L’ucronia non è solo un romanzare il passato, né costituisce un rifugio dalla realtà; il suo scopo non è quello di intrattenerci o creare un diversivo e svolge una triplice funzione.
- L’ucronia ci permette innanzitutto di rassicurarci. Viviamo nella paura del futuro, ma questo sentimento merita di essere temperato, perché il mondo oggi avrebbe potuto essere peggiore: ci avvicina a queste possibilità dalle quali siamo fortunatamente sfuggiti. Per convincersene basta addentrarsi per esempio ne Il signore dell’alto castello di Philip K. Dick, romanzo che descrive un mondo ambientato negli anni ’60 risultante dalla vittoria delle forze dell’Asse sugli Alleati. Tedeschi e giapponesi condividono il mondo, questa storia rafforza l’idea che il nostro mondo attuale non è certamente il migliore dei mondi possibili, ma non è nemmeno il peggiore. E il destino non esiste.
- L’ucronia ci insegna che il futuro è aperto e che l’azione umana ne ha il controllo. Quindi, questa archeologia permette di valorizzare le risorse non sfruttate del passato trasponendole nel contesto attuale. Chi si ricorda per esempio dell’ariete idroelettrico dei fratelli Montgolfier o il triciclo e la barca elettrica di Gustave Trouvé… A quale società potrebbero aver dato origine tutte queste innovazioni? Queste idee rapidamente abbandonate avrebbero potuto infatti dare un altro volto allo sviluppo della nostra civiltà industriale, cambiando logica e risultato.
- Infine, questi futuri perduti possono fungere da contrappunto spiegando la nostra incapacità di proiettarci. Confrontarsi con ciò che sarebbe potuto accadere ci permette di scuotere le fondamenta delle nostre convinzioni, di decostruirle e di andare oltre…Tra i fatti ovvi da mettere in discussione, per esempio, potrebbe esserci quello che definisce il capitalismo come un sistema insormontabile, senza alternative credibili.
L’ucronia quindi ci permette di riscoprire le immaginazioni del passato e di riesumare i futuri perduti (esperienze, idee, invenzioni, ecc.) per aprire il campo delle possibilità.

Internet e l’ucronia
Ciò che è molto interessante nell’ucronia è il modo in cui funzionano le ipotesi storiche, in modo binario e condizionato, come nella programmazione dei computer.
Se consideriamo la storia come una successione di fatti, allora per ogni fatto può esistere un’alternativa; questo è il motivo per cui nei videogiochi ogni gioco è unico perché una decisione porta a una moltitudine di altre.
Così l’ucronia è oggi entrata a far parte della vita di tutti i giorni, simulazioni storiche come Civilization o anche The Sims funzionano perfettamente secondo i principi dell’albero decisionale e spingono questa logica ai suoi limiti.
In Victoria il giocatore deve gestire alcuni stati in un dato periodo e se le decisioni sono giuste, questi stati si espandono in modo diverso che nella Storia reale, cioè in modo ucronistico. È proprio perché le variabili sono molto numerose che l’evoluzione storica si discosta dalla realtà, a seconda delle decisioni prese dal giocatore.
Sulla base di questo tipo di giochi sono stati creati dei forum dove un narratore offre una storia e i lettori esprimono il loro punto di vista lungo il percorso diventando autori a pieno titolo, ciò porta a una scrittura collaborativa che richiede competenze letterarie, ma anche storiche e scientifiche: l’obiettivo è abbracciare secoli e scavare il più profondamente possibile nel mondo.
Questa si chiama Storia alternativa dove i parametri sono così numerosi che il mondo, così com’è diventato, appare sul filo del rasoio, soggetto all’effetto farfalla e alla teoria del caos. E se i dinosauri non si fossero estinti? E se Napoleone non avesse perso a Waterloo? In questo mondo, le narrazioni ucroniche sono quindi molto elaborate, soprattutto perché la loro credibilità è soggetta alla valutazione della comunità sui forum: lo scopo di non è riscrivere la storia, ma riflettere su di essa. Come nasce una dittatura? Come è nato il colonialismo? Può un paese affermarsi in modo sostenibile e a quale prezzo?
L’ucronia, come la retrotopia di cui parlavamo all’inizio, fantastica il nostro passato. Ma se la retrotopia ci condanna a rivivere i suoi aspetti più oscuri, l’ucronia, reinventando la storia, può generare soluzioni creative per risolvere le attuali crisi.

THE MAN IN THE HIGH CASTLE
Le immagini sono tratte dalla serie tv L’uomo nell’alto castello (The Man in the High Castle) basata sul romanzo ucronico di Philip K. Dick La svastica sul sole.