Spoiler alert: il rosa non è un colore da donne
Sporchiamoci le mani col colore, del resto la creatività è il nostro mestiere
Siamo soliti attribuire ai colori simboli e significati, del resto viviamo immersi nel colore e il cervello umano è fatto per dare un senso a tutto quello che registra. Ma i significati che attribuiamo ai colori sono del tutto arbitrari, sovra costruzioni artificiali e culturali, tanto da essere diverse in diverse parti del mondo. In occidente il matrimonio è bianco, il lutto invece nero, mentre in Oriente il matrimonio è rosso e il lutto bianco. Basterebbe questo per cominciare a farsi venire qualche dubbio sul binomio colore/gender che viene dato tanto per scontato.

In natura i colori non sono legati a nessun simbolo, ma hanno scopi meramente pratici: le corolle variopinte dei fiori attirano le api impollinatrici (in alcuni casi sono addirittura luminosi e creano un vero e proprio segnale di atterraggio!); le piume degli uccelli maschi servono a farsi notare e a trovare una compagna; la livrea di leoni e leonesse li nasconde nella savana; la pelle iper colorata di alcune rane è, infine, un segnale chiarissimo: se mi mangi, muori.
BREVE STORIA DEI COLORI
L’uomo non si è vestito di colori fino a dopo la Rivoluzione francese, o meglio, non è stato libero di farlo. Precise leggi suntuarie stabilivano chi potesse indossare cosa, e solo ai nobili era permesso sfoggiare i colori dell’arcobaleno. Il resto della popolazione doveva indossare i colori della propria categoria di appartenenza, e nulla più. Non che fosse semplice trasgredire alla regola: i tessuti colorati erano preziosissimi e costosissimi, le tinture naturali molto complicate da ottenere.
Sapevate che la prima ad indossare un abito tinto con una tintura artificiale fu la Regina Vittoria? Al matrimonio della figlia si presentò con un suntuoso abito viola malva, il primo colore artificiale scoperto quasi per caso da William Henry Perkin nel 1856, e lanciò una moda destinata a durare nel tempo. Tutte le nobildonne e le ricche signore borghesi vollero essere eleganti e raffinate come la Regina Vittoria.

IL POTERE DEL ROSA
Pronti a fare un’altra scoperta che cambierà la vostra percezione dei colori? Storicamente il rosa è sempre stato un colore maschile, mentre l’azzurro un colore femminile. Il rosa è un colore che deriva del regale rosso, simbolo di potere per eccellenza, colore di battaglie e di sangue, quindi perfetto per ammantare il mondo maschile di significati importanti. E l’azzurro? È più semplice di quello che si possa pensare: il rarissimo, preziosissimo e costosissimo lapislazzulo è il colore utilizzato per dipingere il manto della Madonna. Diventa così il colore simbolo della femminilità pura e innocente, e lo rimane per moltissimo tempo. È solo dagli anni Quaranta del Novecento infatti che sono iniziati a produrre, arbitrariamente, abiti rosa per le ragazze e azzurri per i ragazzi, dando il via a una tradizione che non è nient’altro che una scelta puramente commerciale.
Possiamo quindi smetterla di considerare il rosa come un colore da donne, indegno e del quale vergognarsi? Gli uomini si sono vestiti di rosa per secoli, senza intaccare in alcun modo la loro mascolinità, anzi, e si vestono di rosa anche oggi (presente Jason Momoa alla cerimonia degli Oscar 2019 in un completo maschile di velluto rosa firmato Fendi? Ecco, solo per citarne uno).
Riappropriamoci dei colori e indossiamoli come ci pare e quando ci pare, usiamoli per esprimere noi stessi, la nostra creatività e la nostra sensibilità senza limiti! Prendiamo ispirazione dalle nuove generazioni, che sui social (come TikTok, ma non solo), sono i primi fautori di una moda più inclusiva e aperta su tutti i fronti, senza porsi la questione se una cosa sia da donna o da uomo.
Harry Styles (che è apparso sulla copertina di Vogue America in abiti femminili) ha creato la sua prima linea beauty, comprensiva di quattro smalti, come il nostrano Fedez, che ha creato con Layla una collezione di smalti che ha creato non poco scompiglio… ma che è andata sold out in pochissimo tempo, segno che i giovani non si pongono certe domande!
Per approfondire: Falcinelli, R., Cromorama: come il colore ha cambiato il nostro sguardo, Torino, Einaudi, 2017.


Kitty Crowther
Kitty Crowther è un’illustratrice belga dallo stile semplice e immediato, che utilizza nei suoi lavori adorabili personaggi, colori tenui e dolci dinamiche: questi i tratti che contraddistinguono fin da subito il suo stile. I libri della Crowther trattano spesso argomenti difficili per i bambini, ma lei ha dalla sua una grande onestà intellettuale, atipica nella letteratura dell’infanzia, così tipica invece nei bambini stessi.