
Trend e tendenze. Le conosci davvero, sai da dove nascono?
O magari non le capisci, non ti piacciono e vorresti solo scappare?
Questo post è qui per te
Pensi che sia effettivamente possibile sfuggire al ritorno ciclico delle tendenze?
L’idea che la ciclicità dei trend formino una prigione è molto diffusa. Lo vedi nell’utilizzo degli “starter pack”, e in altri meme su Instagram, che deridono persone le cui identità sembrano coincidere completamente con determinate scelte di consumo.
Ci fanno ridere, magari ci riconosciamo in loro e in maniera sottile si collega anche alla nostra ammirazione per gli anziani. Cosa c’entra?
Beh se il tuo sentimento è quello di sfuggire alle tendenze del momento, guardando questi anziani spavaldi, intravedi uno stato in cui qualcuno:
1) non si preoccupa più di ciò che è “bello”,
2) eppure…questo personaggio è “giusto” nonostante non gli importi.
Con l’arrivo della vecchiaia, sembra che in qualche modo l’essere umano smetta di giocare e tuttavia pare abbia anche vinto…E non è questo stato a cui molti di noi aspirano? (Ti sei accorto dei tanti profili sui social dove il mondo dell’anziano la fa da padrone?)
Ma la fuga dai trend, dalle tendenze che ci circondano infischiandosene è quindi la scelta più giusta? E se è così, è effettivamente realizzabile o è una fantasia paradossale e folle?
E ancora, se è realizzabile, è auspicabile?

I trend sono il risultato di gusti individuali che si allineano
Le persone con un ottimo gusto possono aiutare a stimolare le tendenze (ciao influencer, soprattutto mini), così come le persone con un gusto orribile (le mode più stravaganti che vedi intorno a te). Molte tendenze iniziano cool e poi diventano stravaganti, perché una parte sostanziale del valore di qualsiasi tendenza risiede nel suo rapporto con novità e vantaggio, che per definizione diminuisce con il passare del tempo e/o con più persone che si uniscono all’onda.
Questo è il motivo per cui è visto come un merito essere in anticipo su una tendenza e si diventa banale se la si segue in ritardo.
Per non essere completamente in balia di ogni ondata, bisogna stabilire una struttura flessibile, ma solida, di gusto personale che puoi utilizzare per risolvere il tuo rapporto con le tendenze ogni volta che ne incontri una: non cercando di sfuggirle, ma determinando se ti si addice o no. Quali trend propongono lezioni divertenti e interessanti che sarebbe intelligente assorbire e quali puoi tranquillamente lasciare ad altri.
Esistono sostanzialmente tre categorie di tendenze: Macro, Micro e Nano. Scopriamole insieme magari facendo qualche esempio, utilizzando la moda, per illustrare meglio alcune dinamiche in gioco.

Tendenze macro
Questi sono gli sviluppi nello stile che le persone con una consapevolezza culturale di base possono facilmente percepire. Alcune macro tendenze emergono come reazioni dialettiche a ciò che è venuto prima, o sono guidate da oscillazioni del pendolo, ad esempio:
- Abbigliamento formale vs. informale, sartoriale vs. destrutturato;
- interior design massimalista vs. minimalista, ecc.
I pantaloni estremamente larghi negli anni ’90 cedono il passo ai pantaloni skinny dei primi 2000: questo crea la condizione che vede il ritorno attuale dei pantaloni cargo.
Altre tendenze macro sembrano più isolate: ad esempio, oggi le persone “improvvisamente” bramano le scarpe in PVC, non solo Crocs, ma anche brandizzate Yeezy, Bottega Veneta e Prada. Questo tipo di tendenze potrebbero ripresentarsi nel tempo (ad esempio, la moda del tie-dye negli anni ’60 ritorna alla fine degli anni 2010), ma se c’è una dialettica o un effetto pendolo all’opera qui, è più sfumato e più difficile da mappare.
Micro tendenze
Queste sono mode che contano soprattutto per piccoli gruppi di persone, non arrivano per così dire alla massa. Prendiamo ad esempio lo “streetwear”: in questo gruppo ci sono così tante fazioni da confondere il confine tra micro e macro – eppure, mentre una persona “normale” guarda le Samba e vede un modello dell’Adidas, l’osservatore di micro-trend vede la regina delle sneaker dell’estate 2022 e poi controlla se fanno parte dello stile Wales Bonner.
Le micro tendenze possono esplodere e diventare macro tendenze, oppure possono diventare ancora più settoriali…Il che ci porta alle…
Nano tendenze
Alcune micro tendenze sono così poco visibili da essere leggibili solo da un frammento relativo di addetti ai lavori, o particolarmente sensibili alla materia.
Il caso classico sono i collezionisti, appassionatamente diversi in minuscole fazioni che sono probabilmente invisibili a chiunque al di fuori degli stretti confini di quella comunità.

Questo ci porta ad un punto cruciale
Potremmo presumere che le tendenze macro siano per tutti e che le tendenze micro e nano siano per soggetti estremamente specifici. Ma questa precisa distinzione in realtà non regge perché tutti noi aderiamo, anche se non in maniera consapevole, alla moda anche di micro-tendenze.
Perché un aspetto che ancora non abbiamo affrontato è: “Alla fine, per chi vuoi vestirti?”
Contesti diversi implicano pubblici diversi. Potresti ragionevolmente vestirti pensando ai colleghi. Fuori orario, potresti vestirti per attirare qualcuno o solo per sentirti a tuo agio in mezzo agli altri: chiunque indossi abiti si impegna in una modalità di espressione creativa.
Proviamo a fare altri parallelismi: in ogni forma d’arte, ci sono convenzioni regnanti, ci sono modifiche che un artista può apportare a quelle convenzioni e ci sono decostruzioni e rifiuti d’avanguardia di quelle convenzioni.
Quando ci pensi in questo modo, i trend non sembrano insidiosi, ma anzi possono essere interessanti sottoprodotti di ambizione creativa, esplorazione artistica, ecc.
Questa dinamica ha il suo corollario nella pittura (segue la moda della figurazione o dell’astrazione?), nella danza (movimento ornamentale o quotidiano?), la musica, i romanzi, i film, la fotografia e, naturalmente, l’abbigliamento.
Facciamo un altro esempio
Un comico può decidere, nell’elaborare il suo spettacolo, se sta mirando a:
- i comici nel retro del club (con cui scambiarsi rispettosi cenni del capo da intenditori),
- al pubblico della festa di addio al nubilato nel locale (utilizzando battute becere),
- oppure – se è davvero dotato – ad entrambi.
Raggiungere il punto 3 richiede (tra gli altri talenti e abilità) una consapevolezza virtuosistica delle tendenze.

Seguendo questo approccio al suo estremo logico e ritornando a uno dei punti iniziali, dove i trend sono avvertiti come una prigione: se scegli di “rintanarti” nella tua unità di isolamento, dove nessuno può trovarti, in cui ti senti felice e a casa, pensando così di sfuggire dalle mode…dobbiamo dirti una cosa.
Questo tipo di fuga è ovviamente paradossale. Perché esiste ancora l’inevitabile questione del pubblico: finché altre persone ti vedono, potresti essere letto come “cool senza tempo” o come “bloccato nel tempo”.
Ma non eravamo partiti dall’idea che la cosa più bella fosse semplicemente non preoccuparsi di ciò che pensano gli altri?
Questo è un cliché molto allettante, uno che insegnanti e genitori iniziano a propinarci fin dalla giovane età. Un luogo comune correlato è che la cosa più intelligente è aggrapparsi a uno stile “senza tempo”. Ma entrambi falliranno sempre, perché poggiano sullo stesso costrutto sociale di convenzioni e tendenze culturali in continua evoluzione.
Questo perché i vestiti sono, come altre forme creative, un linguaggio che usiamo per comunicare all’interno del “mercato” culturale: ed è impossibile sfuggirgli.
Puoi parlare magnificamente, puoi parlare in dialetto o in una lingua arcaica, puoi parlare in modo incomprensibile, ma non puoi rinunciare a parlare. Anche se provi a fare il “voto del silenzio” (ad es. vestirti nel modo più vuoto e anonimo possibile) stai comunque comunicando, perché le anti-tendenze sono ancora, ancora una volta, tendenze.
In altre parole, i trend esistono indipendentemente dalle nostre intenzioni, modellando e rimodellando il modo in cui appariamo agli altri.
Quindi, sì, ci sono alcuni cicli di tendenza da cui DEVI uscire per la tua salute emotiva e il tuo portafoglio; eppure, non esiste un “non seguire le mode” totale.
L’uomo di settant’anni che mostra pantaloni di velluto a coste marroni larghi con una giacca a vento giallo sbiadito al supermercato sembra fantastico oggi, ma forse c’è un’anziana signora dall’altra parte del negozio che indossa un vestito che ti risulta “fuori canone” e che magari diventerà il trend del futuro.
Ancora.
Potresti dire: “Indosserò solo abiti (polo, camicie a righe o in denim, cardigan) giorno dopo giorno, fino alla morte” e così pensi di essere fuori dalla moda. Ma devi riconoscere che questa non è la stessa cosa che uscire dal tempo e “fuggire” dal flusso delle tendenze, perché:
A) il conservatorismo è esso stesso una tendenza soggetta ad alti e bassi;
B) ogni dettaglio variabile di quell’indumento: volume, larghezza del risvolto, colore, materiale sarà più o meno piacevole in ogni momento, a seconda dei trend.
Conclusione
A causa della tua devozione all’assunto “Non seguo le mode” rischierai di sembrare noiosamente reazionario, piuttosto che ingegnoso e vivo. La nostra posizione è: gridare comunque e sempre alla creatività, alla curiosità e alla vita. Non ti sembra meglio?

Karolis Strautniekas
L’ illustratore lituano Karolis Strautniekas fa rivivere la trama e la prospettiva dell’arte deco, dosando sapientemente luci e ombre e realizzando immagini dal taglio altamente cinematografico.