Anche il mio è diventato blu! Meta a pagamento, facciamo chiarezza
Nelle ultime settimane è un continuo proliferare di messaggi su Facebook che proibiscono a Meta l’utilizzo di immagini e dati. Ma sono veri? Vediamolo insieme
L’8 novembre 2023 Meta ha lanciato la sua versione a pagamento.
Sono anni che questa notizia circola sui social, ed è sempre stata una bufala: Meta ha deciso di tornare sui suoi passi e non promettere più la totale gratuità delle sue piattaforme? No, decisamente no, e ora vi spieghiamo per bene come funziona.
Meta (Facebook, Instagram etc.) è e resterà sempre (fino a prova contraria) gratuita, ma ora potete scegliere di abbonarvi alla versione senza pubblicità, il che implica che non verrete più profilati, cioè non si potranno più utilizzare i vostri dati per personalizzare le pubblicità. Questa cosa non vi deve stupire, Meta non è il primo caso di prodotto gratuito con pubblicità e a pagamento senza, pensate a YouTube, che offre un piano a pagamento privo di pubblicità da diverso tempo, o alle tante app presenti sui vari store, che utilizzano la stessa impostazione.
Meta a pagamento è un modo per volervi bene e rispettare la vostra privacy? Beh, no. Nessuno ha deciso di creare la possibilità di un abbonamento per spirito di sacrificio e amore verso il prossimo: Meta ha preso una multa bella salata dalla Comunità Europea a maggio di quest’anno per aver violato il regolamento generale dell’Unione Europea sulla protezione dei dati (noto come GDPR), e doveva in qualche modo correre ai ripari. Con la forma dell’abbonamento rende esplicito all’utente l’utilizzo dei suoi dati per la profilazione, cosa che prima non era diversa, ma non così chiara a tutti: quindi no, Meta non sta iniziando a usare i vostri dati per la pubblicità da adesso, lo ha sempre fatto e col vostro consenso, anche se non ci avete fatto caso. E siccome il business di Meta si basa proprio su quei dati (ricordate, se non lo paghi, il prodotto sei tu), l’unico modo che ha per evitare eventuali perdite è farsi pagare per non utilizzarli. Tutto chiaro adesso?

E adesso veniamo all’altra questione di Meta a pagamento, le centinaia di post copia e incolla che stanno circolando in questi giorni su Facebook, tipo questo:
“Anch’io sto disattivando! Così ora lo stanno facendo, appena annunciato su Channel 4 News. Facebook addebiterà a tutti gli utenti a partire da lunedì. Puoi fare un opt-out facendo questo. Tieni il dito su questo messaggio e copialo. Non si può condividere. Non do il permesso a Facebook di addebitare 4,99 dollari al mese sul mio account, anche; tutte le mie foto sono di mia proprietà e NON di Facebook!!!”
Questo non è l’unico, si sono altre versioni che dicono che Meta sia diventata un ente pubblico, che ringraziano un certo Larry, e che parlano di dirottamento degli account. Iniziamo col dire che qui non prenderemo in giro nessuno per aver condiviso post del genere, perché l’abbiamo visto fare anche da persone insospettabili, e tutti possono sbagliare. Chiariamo subito la cosa fondamentale: questi post in stile catena di S. Antonio sono bufale, e sono anche pericolosi. Come capire che sono bufale? Non è tanto difficile, non fatevi prendere dal panico e usate la testa: vedete che sono scritti in un italiano stentato? Sono stati tradotti malamente dall’inglese. Cosa si sta disattivando? Channel 4 vi sembra una rete televisiva italiana? (Paesi diversi, leggi diverse: una cosa che vale negli Stati Uniti non vale necessariamente nell’Unione Europea.) Cosa vuol dire opt-out? 4,99 dollari sull’account? Dollari?? E potremmo proseguire, i campanelli d’allarme sono davvero tantissimi.
La cosa sorprendente è che moltissime persone non si sono fidate del messaggio arrivato direttamente da Meta all’apertura dell’applicazione, che chiedeva se attivare l’abbonamento o lasciare le cose così come sono, e si sono fidate immediatamente di questi messaggi bufala. Quando diciamo che serve più cultura digitale in questo Paese questo è proprio uno dei motivi: un malintenzionato (e sulla rete ce ne sono parecchi), quando vede condiviso quel messaggio, si può fare l’idea che dietro ci sia una persona facile all’abbocco, magari poco avvezza alle nuove tecnologie e può cercare di farla cadere in una trappola studiata ad hoc e magari farle perdere molti soldi. Niente di più facile! Quindi no, non condividete questo genere di cose pensando “anche se non sono vere, che male possono fare”, perché di male ne possono fare tanto, sia a voi sia a chi di voi si fida e lo condividerà a sua volta.

Concludendo, Meta a pagamento? Sì, ma è una scelta, non un obbligo, e se decidete di non pagare, nulla cambierà rispetto alla gestione dei vostri dati rispetto a prima. E per carità non condividete certi messaggi bufala. Nel dubbio, fate qualche ricerca o chiedete a qualche vero esperto: si dimostra più intelligenza a saper chiedere che a condividere senza pensare.

Midjourney
Le immagini che abbiamo utilizzato sono state prese dal nostro account FB e da Wikipedia.