
Come scegliere il social più adatto alla tua azienda
(e perché affidarsi a un professionista)
I social network oramai esistono da quasi vent’anni, ci potete credere? Sembra ieri che Facebook muoveva i primi passi… e ora ha più di due miliardi di utenti. In tutto questo tempo sono nate moltissime piattaforme diverse, e in questo articolo vogliamo darvi alcuni consigli per scegliere il social più adatto alla vostra azienda.
La disponibilità di social attuale è come uno di quei menù da ristorante enormi, pieni di ingredienti e con le foto dei piatti. Unticci, poco invitanti, confusionari, e spesso molto lontani dalla qualità. O per lo meno, così possono apparire a chi si affaccia su questo mondo per la prima volta, con necessità diverse da quelle dell’utente privato. Ma la realtà è molto differente.
Dopo tanta fatica, tanta burocrazia, impegno, contrattempi, avete appena aperto la vostra tanto agognata attività. È giunto il momento di comunicarlo a tutti, sfruttando le infinite possibilità dei social network. Tutto molto bello, ma quale social scegliere per l’azienda? Facebook? Instagram? Twitter? Linkedin? Tutti?!? Calma e sangue freddo, siamo qui apposta per darvi qualche consiglio utile.
Per prima cosa, chiarite perché e cosa volete dal social network: farvi conoscere? Attirare clienti? Vendere direttamente dei prodotti o servizi? Non sono domande banali; i social non sono uguali e necessitano di strategie ben diverse. Ma non è tutto, ora dovete pensare a un altro aspetto fondamentale: a chi vi rivolgete? Qual è il vostro cliente ideale? Ecco, se avete seguito la nostra guida, dovrebbe esservi un po’ più chiaro.

Perché queste domande sono così importanti?
Mettiamo che vendiate prodotti per capelli: cerchereste mai di venderli a persone calve? Perdereste solo tempo prezioso, e correreste anche il rischio di farvi una fama negativa, di quelli che non sanno cosa fanno, e non è proprio quello che vi auspicate. Quindi dovete studiare alla perfezione il vostro cliente tipo: cosa fa, cosa gli piace, dove “pascola” nel tempo libero? Lì dovete rivolgere tutte le vostre attenzioni.
Dovrebbe esservi chiaro a questo punto che è necessario studiare, prima di scegliere il social network sul quale sbarcare. Partendo proprio dallo studio dei social: non sono tutti uguali e non hanno lo stesso tipo di utenza.
Facebook si sta trasformando in un social per over 50, i giovani lo stanno abbandonando e i giovanissimi nemmeno vi si iscrivono, loro vanno direttamente su Tik Tok. Questo però non vuol dire necessariamente snobbare Facebook: per le politiche di Meta è ancora fondamentale, e viene sempre più utilizzato come una sorta di pagine gialle, dove andare a cercare numeri di telefono e indirizzi, o per l’assistenza clienti attraverso Messenger. Dicevamo di Tik Tok: è sì in fortissima crescita, attira di sicuro milioni di giovanissimi, ma se siete un ristorante di lusso non è detto che ci troviate la vostra clientela (i giovanissimi raramente hanno grandi disponibilità economiche), e probabilmente il formato solo video di Tik Tok non si adatterebbe ai vostri contenuti.
Instagram allora, ce l’hanno tutti! È vero, è un social un po’ più trasversale, amato da moltissimi utenti, dalle potenzialità infinite e che ancora non ha smesso di migliorarsi. Richiede però (come ogni social network, del resto), moltissima preparazione e tanto studio. Su Instagram non si pubblicano solo belle fotografie, è necessario avere una strategia ben calibrata e ragionata.

Vi sveliamo un segreto: non si va su Instagram per vendere qualcosa, mai.
Sì è vero, c’è la funzione dello shop, ma è un elemento in più, un optional. Su Instagram “ci si comunica al mondo”, non si vende. Pensateci: quanta pubblicità una persona deve sorbirsi tutto il giorno? Credete veramente che abbia voglia di venirne sommersa anche nel proprio tempo libero? Decisamente no. Bisogna differenziarsi dai contenuti sponsorizzati, quelli meramente pubblicitari, perché di solito vengono saltati a piè pari. Su Instagram ci si fa conoscere, si fa in modo che sia la nostra visione del mondo a parlare, si fanno vedere competenza, creatività, il duro lavoro del dietro le quinte. Quando il pubblico imparerà a conoscervi, vi sentirà persone vicine a lui, si fiderà di voi, allora vorrà diventare parte della famiglia, allora diventerà un cliente e magari parlerà bene di voi con i suoi amici. Tutto senza mai aver cercato di vendergli qualcosa.
Forse a questo punto potreste dire: beh, io sono il massimo esperto di piastrelle di marmo, ma di social non ne so niente e non voglio combinare guai. Ecco perché affidarsi a un professionista può essere davvero un’ottima idea: farsi seguire passo passo nella comunicazione da un esperto può fare la differenza!
I social danno la falsa percezione di essere alla portata di tutti, e non è del tutto sbagliato, per carità. Ma un conto è usarli per pubblicare le foto della cena di classe fra amici, ben altro è cercare di comunicare al meglio il lancio di un nuovo prodotto. A ognuno il suo mestiere. Voi conoscete bene il vostro lavoro, e di sicuro sapete come improvvisarsi professionisti possa fare più danni della grandine: vale lo stesso discorso per i social network.
Viviamo in un mondo dove la comunicazione fa la differenza fra un’azienda di successo e un completo fallimento, dove non basta più avere una bella insegna sulla vetrina, dove serve pianificare una strategia perfetta al millimetro e cucita su misura. Potete avere il prodotto migliore del mondo, il servizio più esclusivo, ma se lo comunicate male, non ne sfrutterete mai appieno il potenziale. E proprio qui il professionista sarà al vostro fianco, conoscendo al meglio il panorama dei social network e aiutandovi nella scelta migliore per voi. E non solo.
Una volta scelto il social network più adatto alla vostra azienda, mica penserete che il lavoro sia finito. Va pianificato il contenuto, seguito, presidiato… e va capito come si evolve la piattaforma, per adeguarsi e sfruttarne i cambiamenti, modificando la propria strategia. Tanto, tanto lavoro, che non finisce mai.


Bruno Mangyoku
Bruno Mangyoku è un illustratore parigino. Ha iniziato la sua carriera nell’industria dei cartoni animati co-realizzando due cortometraggi, prima di decidere di passare all’illustrazione. Ha lavorato per Wired, Variety, Redbull e Hewlett-Packard