Dalla passione alla frizione: il rapporto di Elon Musk e Donald Trump
E come spesso accade, tutto spiattellato sui social
Il rapporto tra Elon Musk e Donald Trump ha attraversato diverse fasi, passando da un iniziale sostegno reciproco a una serie di conflitti pubblici accaduti ad inizio del mese. Più recentemente, Musk ha espresso rimorso per alcuni dei suoi post su X riguardanti Trump, cercando di riparare il danno e segnando una possibile distensione tra i due: chissà se e quanto durerà.

La passione iniziale e la successiva frizione
Nel 2022, Elon Musk ha acquisito Twitter, rinominandolo X, e ha restituito l’accesso alla piattaforma a Donald Trump, precedentemente sospeso dopo l’assalto al Campidoglio del 2021: questa mossa ha segnato l’inizio di una collaborazione più stretta tra i due.
Musk ha utilizzato la sua posizione per amplificare i messaggi di Trump, ripristinando account precedentemente bannati, e ospitando persino un’intervista in diretta con Trump su X, durante la quale discussero di politiche anti-immigrazione. Musk definì Trump “la via per la prosperità”
La relazione tra i due era continuata con un sostegno entusiasta da parte di Musk; solo a febbraio, infatti aveva scritto su X: “Amo @realDonaldTrump quanto un uomo etero può amare un altro uomo”, evocando parole molto simili a quelle che Napoleone spese nei primi dell’800 sullo Zar: “Se Alessandro fosse stata una donna, ne avrei fatto la mia amante”.
Tuttavia, questo che pareva un idillio è cambiato quando Musk ha criticato pubblicamente Trump, definendo il piano di bilancio di quest’ultimo un “disgustoso abominio” e citando i noti legami del presidente americano con il produttore cinematografico Jeffrey Epstein. Inevitabilmente queste dichiarazioni hanno innescato una serie di reazioni politiche e finanziarie e la reazione di Trump non si è fatta attendere molto che, in risposta, ha dichiarato ai giornalisti: “Sono molto deluso da Elon. Gli avevo dato una grande mano”.
L’amicizia, talvolta, è un miscuglio sociale da maneggiare con cautela. Una certa distanza tra due persone può prevenire un crollo totale del rapporto ed è possibile che ciò sia accaduto anche tra Musk e Trump: quella che all’inizio sembrava una connessione vantaggiosa, si è trasformata in una relazione soffocante, in cui ciascuno ha oltrepassato i limiti dell’altro.
Un tempo, erano come due venditori d’auto entusiasti in una campagna pubblicitaria, promuovendo insieme una Tesla sul prato della Casa Bianca. Trump, con la sua arte della vendita; Musk, maestro della messinscena. Eppure, anche nei momenti più brillanti, sotto la superficie si agitavano tensioni complesse.
L’alleanza, in fondo, era profondamente transazionale. Musk ha sostenuto la campagna Maga del 2024 con milioni di dollari e ha accettato una posizione nell’amministrazione nei primi mesi della vittoria; volavano su jet privati, licenziavano personale, postavano insulti su X; una commedia con i toni della complicità, interrotta bruscamente da un susseguirsi di messaggi sempre più astiosi. Trump lo ha definito “impazzito” per la questione dei sussidi ai veicoli elettrici, Musk ha evocato Epstein, accusato Trump di mentire e predetto una recessione imminente.
Nel pieno del caos, Steve Bannon ha persino suggerito che Musk venga indagato ed eventualmente espulso. La faida tra i due è diventata quasi farsesca, come un litigio tra amici su chi debba pagare il conto della cena, ma con in ballo milioni di dollari e il destino di industrie strategiche. Un consulente di coppia consiglierebbe silenzio, ascolto e forse una pausa. Per quanto l’amicizia sembri ormai deteriorata, l’asse Trump–Musk è troppo utile per essere buttava via; i due continueranno probabilmente a incrociarsi, per convenienza, per necessità politica, per interesse economico dato che tutte queste azioni hanno avuto un impatto negativo sul mercato, con le azioni di Tesla e Trump Media & Technology Group che sono diminuite significativamente.

Il rimorso di Musk
Musk ha ammesso di aver esagerato in alcuni dei suoi post e ha cercato di riparare il danno con una telefonata a Trump, seguita da una discussione con il vicepresidente JD Vance e il capo dello staff della Casa Bianca, Susie Wiles. Trump ha accettato le scuse, e questo ha avuto un impatto positivo sul mercato, con le azioni di Tesla che sono aumentate nelle contrattazioni pre-mercato.
La distensione tra Trump e Musk ha avuto ripercussioni significative: le tensioni tra i due avevano sollevato preoccupazioni riguardo agli effetti negativi sulle imprese di Musk, tra cui Tesla e SpaceX e la riconciliazione arriva in un momento cruciale per Tesla, che si prepara al lancio di un servizio di “robotaxi” ad Austin, Texas, fondamentale per mantenere la sua posizione di leader nel mercato automobilistico.

Non c’è da stupirsi che Trump e Musk abbiano litigato: sono sempre stati fin troppo simili
Gli sceneggiatori di “Trump: la soap opera” non smettono un secondo di lavorare.
L’ultimo sviluppo della trama – l’epico litigio tra il protagonista e il suo migliore amico, Elon Musk – era così prevedibile, e in effetti previsto, da essere considerato l’opposto di un colpo di scena. Eppure, la sorpresa è spesso sopravvalutata.
Vedere i due uomini – uno il più ricco del mondo, l’altro il più potente – attaccarsi a vicenda in una serie di post sempre più velenosi sui social è stato un intrattenimento di altissimo livello, quasi un blockbuster della Marvel.
Anche se le cose sono state ricucite, la frattura tra il presidente e Musk ha messo in luce una divisione all’interno della destra contemporanea, negli Stati Uniti e oltre.

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