
Fenomeno Succession: pr, media, storytelling e scelte aziendali
Del perché “Succession” è un insieme di trattati di psicologia, sociologia e case study sulla comunicazione
Succession è una serie targata HBO, un’altra sì, oggettivamente fantastica anche se non ti interessa il mondo dei media e dell’editoria. Guardandola, ci sono lezioni professionali da trarre dai tremendi, ma spesso perspicaci, Roy e dai loro molteplici tirapiedi.
La premessa che guida la trama è semplice. Un patriarca, Logan Roy, in procinto di andare in pensione e i suoi eredi, che cercano di farsi strada al vertice della Waystar Royco, l’azienda di famiglia. I parallelismi con le dinastie imprenditoriali del mondo reale sono evidenti. Guardando l’azione svolgersi su jet privati, superyacht, in sontuosi appartamenti di New York e ville agli Hamptons, inizi a chiederti: uno dei figli di Murdoch ha mai accidentalmente inviato una foto compromettente a suo padre durante una riunione? Un altro ha mai preparato uno spettacolo rap in suo onore?
E facendo il paragone in Italia, Berlusconi e i figli, hanno mai avuto questo tipo di intoppi ai vertici?
Piccola parentesi per entrare meglio nella storia (dato che tutti i figli Roy hanno evidentemente un problema relazionale, emotivo, e a tratti legale, col padre).
Negli anni ’30, lo psicologo Harry Harlow condusse degli esperimenti con alcune piccole scimmiette. La sua ricerca si concentrò principalmente sulla relazione di attaccamento: in un primo momento, confrontò le scimmie allevate in isolamento con quelle cresciute con le loro madri. Dopo ampliò i suoi studi, indagando su come reagisce un cucciolo di scimmia quando gli vengono date diverse versioni di madri surrogate, alcune realizzate in legno, altre con stoffa, altre con facce dai tratti “materni”.
Si tratta di una ricerca controversa, figlia dei suoi tempi, ma quel che ne rimane, guardando Succession, è che quando è stata data la possibilità di scegliere tra un facsimile duro, spietato, muto, di una madre o il non avere niente, le scimmiette hanno sempre scelto il manichino.
Succession questo meccanismo lo ha ben capito.
Ecco, tutto questo è un modo molto prolisso per dire che Succession è un ottimo programma televisivo anche perché comprende non solo il trauma dell’abuso, ma il fatto che i nostri cervelli sono programmati per guardare ai nostri genitori per avere conforto e così spesso accettiamo ciò che danno, indipendentemente dalla forma che assume, non importa quanto desideriamo che sia qualcos’altro: siamo arrivati alla 4° e ultima stagione e i figli di Logan non hanno fatto altro che elemosinare la sua approvazione.

Strategie di comunicazione
Passiamo ora ad alcuni aspetti legati ai media e alle strategie aziendali che possiamo conoscere tramite Succession.
Nella seconda stagione, un giornalista si avvicina ai Roy, proprietari della Waystar Royco, con una storia di molestie sessuali e abusi all’interno dell’azienda che potrebbe ostacolare delle acquisizioni. Vediamo cosa non si dovrebbe fare in questi casi.
- Sottovalutare una brutta storia
Le brutte storie raramente svaniscono o diventano il rivestimento della gabbia dei pappagallini. Di solito, tali storie persistono fino a quando l’azienda non se ne occupa direttamente: una brutta storia vive per sempre online. Più a lungo un’azienda attende per rispondere, peggiore tende a essere il danno.
- No comment
Il bersaglio di una storia negativa dovrebbe sempre avere una risposta. Dal punto di vista del pubblico, il no comment equivale ad un’ammissione di colpa. Questo non significa che si debba accettare un’intervista, ma rilasciare una dichiarazione alla stampa ben strutturata può essere sufficiente.
- Non abbiamo bisogno di un piano di crisi
E invece sì. Le aziende dovrebbero avere piani che includano procedure per la gestione delle storie negative; un crisis communication plan. Quando una storia negativa ha un potenziale di crescita, il team dovrebbe procedere compatto nei passaggi successivi, assicurandosi che una dichiarazione sia sempre pronta all’uso.
Dopo il primo ciclo di notizie, bisogna capire se aggiornare o meno la prima dichiarazione.
- Usare una minaccia legale per fermare una storia
Le minacce legali, come una causa per diffamazione, non fanno quasi mai fermare una storia. Come nell’esempio di Succession, in teoria, gli editori lavorano per garantire che una storia sia adeguatamente raccontata, anche se la narrazione potrebbe non sembrare equilibrata per te.
Le minacce raramente influenzano gli editori; anzi: tendono a credere che se li stai minacciando, hai qualcosa da nascondere.
- Vai più in alto
No. Cercare di raggiungere qualcuno più in alto del giornalista, di un editore o un caporedattore, raramente funziona. Ancora una volta, probabilmente incoraggerà il lavoro di indagine.
- Mentire o fuorviare
Una regola cardinale si applica a tali situazioni: dire la verità. L’insabbiamento è sempre peggio del crimine. L’offuscamento fa sì che i giornalisti scavino più a fondo e, se c’è una pistola fumante, la troveranno; ovviamente, bisogna essere strategici su ciò che si dice e quando, ma per avere credibilità con il pubblico il materiale deve essere sempre basato sui fatti.
La gestione delle notizie negative è diventata più difficile oggi a causa di un panorama mediatico in rapida evoluzione e altamente competitivo, un ciclo di notizie con scadenze perpetue e i social media che possono diffondere informazioni in una frazione di secondo.

Un delizioso nido di vipere
Ci sono molte ragioni per cui questo spettacolo ha ottenuto un grande successo di critica. Ogni episodio si sposta in modo intelligente attraverso gli ingranaggi narrativi, spinto da una sceneggiatura composta da offese e alcuni ingarbugliati linguaggi aziendali. La trama è un delizioso nido di vipere in stile shakespeariano, pieno di camere d’albergo spoglie e infinita ferocia, tipica delle sale riunioni.
Gli attuali 33 episodi dello show contengono diverse indicazioni per chi sta per affrontare un trasferimento di potere al vertice.
Far crescere i propri sottoposti fin da subito
I consulenti che aiutano le aziende sono unanimi in questa idea: iniziare i papabili eredi nelle pratiche aziendali fin da subito. Ciò significa che i prossimi in linea di successione saranno meglio attrezzati se hanno avuto una lunga esperienza professionale nell’assorbire le minuzie di ciò che fa l’azienda. Allo stesso modo, i fondatori anziani che si aggrappano al timone, dovrebbero considerare l’approccio di Logan…e fare esattamente il contrario.
Attingere esperienza da figure di alto livello
La pianificazione della successione richiede una rete di mentori senior per supportare i capi in arrivo: personaggi come Frank Vernon, confidente di lunga data di Logan e vicepresidente della compagnia o Gerri Kellman, che assume il ruolo di amministratore delegato ad interim nella terza stagione, sono trattati con disprezzo dalla famiglia Roy ma nella vita reale, figure come le loro, sarebbero fondamentali per un lavoro coerente.
La flessibilità aiuta
I piani di successione raramente si materializzano come inizialmente previsto. Le persone possono impiegare decenni per migliorare le proprie competenze ed essere pronte a sostituire un membro anziano di un’azienda familiare; ma durante questo viaggio, le priorità, le responsabilità e gli interessi dei candidati possono cambiare.
L’ erede di una grande azienda farmaceutica potrebbe riuscire a prendere il miglior lavoro su piazza dopo aver preso la laurea alla Harvard, ma la sua ambizione cambierà dopo un decennio? I tempi lunghi associati alla pianificazione della successione significano che l’adattabilità e la flessibilità sono fondamentali per farla funzionare.
Nella serie i Roy sono sicuramente flessibili e Logan sembra passare da un favorito all’altro: ci sono rapidi rimpasti di ruolo in cui i membri della cerchia ristretta vengono catapultati in lavori che non si aspettavano. Ma questo è in gran parte dovuto alla strategia illeggibile di Logan Roy. Quando si tratta di gestire i suoi figli, adotta un approccio putiniano: rimprovera, poi elogia. È strano, astuto. Lascia i suoi avversari disorientati, cercando di anticipare ogni prossima mossa.
Alla fine della terza stagione, ci viene mostrato che l’amore di Logan per la sua prole impallidisce in confronto al suo desiderio di controllare la compagnia.
Ma i membri della famiglia farebbero bene a pensare a cosa li unisce al di là delle questioni finanziarie e cosa vogliono lasciarsi alle spalle per le generazioni future.

Conclusioni
Succession ha proposto via via cambiamenti radicali nella storia, passandoci così anche dell’ottimo materiale per lo storytelling, ma la trasformazione promessa non si è mai avverata.
Lo spettacolo non è, come suggerisce il suo titolo in maniera ironica, una storia di evoluzione. Non è l’epopea epocale che la sua colonna sonora grandiosa e opulenta fa presagire; sebbene Brian Cox – l’attore che interpreta Roy Logan – abbia parlato del suo ruolo anni fa come materia riferibile a Shakespeare – paragonandosi a Re Lear, Giulio Cesare e Tito Andronico – la traiettoria dello spettacolo vira verso Samuel Beckett.
Nella sua opera più famosa, Aspettando Godot, due uomini di nome Vladimir ed Estragon chiacchierano mentre aspettano un terzo uomo che non arriva mai. Le interpretazioni variano, ma la commedia è solitamente ambientata in paesaggi vuoti e desolati, dei purgatori. Le stanze occupate dai personaggi di Succession sono, in una certa misura, simili: sono definite da tavolozze di colori tenui e in molti hanno notato come le situazioni “da ufficio” sono spesso simili a foto shutterstock che ritraggono attimi tipicamente aziendali.
E ovviamente, in questi luoghi, la cosa che tutti aspettano non accade mai. Staremo a vedere.

HBO Succession
Le immagini sono di Rubens (Caccia alla tigre, dettaglio), Joe Mills, Angelica Alzona, Veronchikchik Illustration