Dalla moda al web: un raffronto tra stilisti famosi e strategie di comunicazione
Il mondo della moda e i suoi parallelismi nella comunicazione digitale
Esplorare il connubio tra moda e comunicazione digitale è come entrare in un mondo in continua evoluzione, dove gli stilisti agiscono come veri e propri maestri di strategie di comunicazione. Ne è stato prova l’ultimo MET GALA, che si tiene ogni primo lunedì di maggio e che anticipa l’apertura della mostra annuale del Metropolitan Museum of Art di New York dedicata alla moda.
Il Met Gala è una serata a tema: gli ospiti, infatti, prendono ispirazione dall’argomento della mostra per scegliere (consigliati da consulenti, stylist, agenti e pr) il proprio outfit. Solitamente, più questo è attinente e/o spettacolare, più attenzione riceve tra foto, video, commenti, sondaggi, meme e così via, facendo un piacere a sé stesso e alla casa di moda con cui ha collaborato.
In questo post, ti guideremo attraverso un viaggio alla scoperta di alcuni grandi nomi della moda: osservando il loro mood stilistico proveremo a equipararli a delle strategie di comunicazione. Dalle icone come Miuccia Prada e Donatella Versace, fino ai talenti indiscussi degli ultimi anni Alessandro Michele e Pierpaolo Piccioli, sveleremo le connessioni tra la creatività sartoriale e gli strumenti che definiscono la comunicazione digitale oggi.
Dai…Immagina un mondo in cui i grandi stilisti diventano incarnazioni di strategie di comunicazione, trasformando la loro essenza creativa in potenti strumenti di interazione. In questo intrigante viaggio proveremo ad analizzare come le loro personalità e stili unici possano essere interpretati come strategie di comunicazione; scopriremo come personalità iconiche trasmettono messaggi di ispirazione, innovazione e inclusività, lasciando un’impronta indelebile nell’industria della moda e non solo.
Miuccia Prada come una campagna di lead generation
Miuccia Prada, con il suo approccio distruttivo del buon gusto borghese capace di trasformare vestiti tradizionali in qualcosa di effervescente e seducente, può essere paragonata alla capacità di una campagna di lead generation nel rompere gli schemi e generare un interesse quasi provocatorio.
Prada ha costruito la sua iconografia sulla diversità e sull’accettazione dello sbaglio, creando una filosofia di vita: ogni suo messaggio nel corso del tempo ha assunto richiami politici o sociali, forse in risposta al disorientamento delle masse o perché i meccanismi di marketing sono diventati più sofisticati.
Il mondo di Prada è un mondo orrendamente disarmonico, dove l’unione di riferimenti culturali e stilistici, dal passato al presente, diventa manifesto politico e ha elementi in comune con una campagna di lead generation nel prendere elementi familiari e noti e presentarli in un modo nuovo e stimolante per suscitare interesse e attirare l’attenzione del pubblico.
Assimilando il concetto freudiano di uccidere i propri genitori, Miuccia Prada si appropria di elementi, della storia e della tradizione e li trasforma in un’arma di cambiamento, un approccio innovativo che riflette la capacità di una campagna di lead generation creativa e provocatoria nel superare le aspettative e generare un impatto significativo sui potenziali clienti. Entrambe (ovviamente stiamo parlando per iperboli) cercano di trasformare l’ordinario in straordinario, creando una connessione emotiva e spingendo il pubblico a reagire e ad agire.
Donatella Versace, contenuto virale sui social è il suo nome
Donatella Versace, con il suo stile eccentrico e provocatorio, può essere paragonata a un contenuto virale sui social che rompe gli schemi e genera un impatto destabilizzante nei confronti di chi lo incontra. Versace come brand ha sempre sfidato le convenzioni utilizzando spesso un aspetto flamboyant e grottesco come strumento per trasgredire i limiti estetici, un approccio questo che può essere tranquillamente considerato come una strategia di comunicazione che cerca di catturare l’attenzione del pubblico, generando discussioni e reazioni.
Iconica è l’immagine di Donatella Versace che si presenta con il suo capello platino spesso indossando abiti dal gusto fetish, creando uno statement audace che va oltre i canoni tradizionali della moda; le sue apparizioni diventano oggetto di condivisione, commenti e meme, generando un coinvolgimento massiccio da parte degli utenti dei social media.
Facendo un passo indietro, Gianni Versace in primis ha cambiato il modo nel quale guardiamo alle definizioni di buono e cattivo gusto, che dopo di lui sembrano così polverose, inconsistenti; un uomo che ha messo il suo talento al servizio delle donne, liberandole.
Come i contenuti virali sui social media, Versace è in grado di catturare l’attenzione del pubblico con uno stile trasgressivo e innovativo, sfida le convenzioni estetiche della moda, rompe i canoni e la sua influenza sulla moda e sulla cultura popolare è duratura e potente.
Alessandro Michele e la potenza di una storia
L’eclettismo di Alessandro Michele ha saputo trovare un linguaggio comune che parla a tutti, indipendentemente dalla loro erudizione. Mentre alcune sue creazioni contengono citazioni che solo poche persone hanno compreso appieno, l’estetica di Gucci by Alessandro Michele è accessibile a tutti: ha trovato un modo per comunicare tramite un alfabeto culturale comune che va oltre le barriere dell’istruzione.
Alessandro Michele si distingue come un abile storyteller nel mondo della moda, avendo trasformato Gucci in un brand dalla narrazione straordinaria; ogni indumento, accessorio e dettaglio ha contribuito al racconto, suscitando emozioni e interesse. In un’epoca in cui il potere delle narrazioni autentiche è sempre più a rischio, la figura di uno storyteller come lui diventa di grande valore e la sua partenza da Gucci rappresenta un capitolo nella storia, ma non la fine del romanzo.
Inoltre, l’ipotesi di un suo possibile ruolo nel rinato marchio Walter Albini aggiunge ulteriore fascino alla narrazione. Walter Albini, per cui Anna Piaggi coniò appositamente il termine “stilista”, rappresenta un’interessante prospettiva per Alessandro Michele infatti: gli scenari che si aprono sono affascinanti e lasciano spazio alla sua creatività.
In conclusione, Alessandro Michele si distingue come un abile storyteller nel mondo della moda. La sua partenza da Gucci potrebbe essere un momento di svolta per continuare a essere il medium perfetto tra moda, emozioni e storie coinvolgenti.
Pierpaolo Piccioli sa usare TikTok
Pierpaolo Piccioli ha preso in mano il timone di Valentino come se fosse un account TikTok da gestire: audace, senza paura di rischiare e di uscire dagli schemi consolidati. Ha utilizzato il potere dell’iperbole per trasformare questo brand in un lussuoso sogno artificiale in cui tutti possono sentirsi inclusi rendendo il sexyness parte indispensabile della sua estetica. Come su TikTok, dove la creatività e l’audacia sono le chiavi per il successo, Pierpaolo Piccioli ha ribaltato l’immagine sofisticata e precisa di Valentino in maniera radicale: ha costruito un pubblico fedele e ha generato un forte impatto emotivo, come su TikTok dove i trend diventano virali in pochissimo tempo.
Una volta che si inizia ad utilizzare TikTok e incredibile assistere, come nella moda, alla sua capacità brutale di generare paradisi e alla sua ferocia nel falsificarli. E come la bellezza e l’intelligenza sono sovrapponibili per Pierpaolo Peccioli, su TikTok l’idea giusta e l’inaspettato sono i nuovi canoni di bellezza digitale.
Conclusioni
Ci piace riflettere sulle dinamiche più ampie che coinvolgono il mondo della moda e del marketing digitale perché la prima fa parte delle nostre vite da sempre e il secondo è il nostro mestiere. La pressione del mercato e dei brand, insieme all’ascesa dei nuovi media, ha portato a una sovrabbondanza di opinioni spesso senza un adeguato approfondimento critico: pensiamoci.
Tik Tok
Le immagini sono di Rubens (Caccia alla tigre, dettaglio), Joe Mills, Angelica Alzona, Veronchikchik Illustration